Queste nanoparticelle possiedono numerosi requisiti, che le rendono uniche nell'ambito diagnostico e terapeutico. Tra le caratteristiche si segnalano alta biocompatibilità, bassa immunogenicità, assenza di tossicità, biodegradabilità, stabilità e facilità di preparazione.
Apprendiamo dal sito Basta! che ha realizzato una piccola inchiesta sulla questione di una strana clinica diretta dal Commissariato per l'energia atomica di Grenoble.
In
tale clinica si lavora sulle applicazioni delle nanotecnologie nel
campo delle neuroscienze quindi si studiano le possibili applicazioni
per la cura delle malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.
Ma è difficile sapere cosa succede veramente, anche perchè, cosa
davvero strana, la clinica Clinatec si trova al di fuori di una normale
struttura ospedaliera, su un terreno del Commissariato per l'energia
atomica, alcuni edifici del quale sono soggetti al segreto militare. E'
decisamente strano che si faccia ricerca biomedica al di fuori di un
ospedale in condizioni così poco trasparenti. Forse, si chiede Agnés
Rousseaux, dietro gli studi di applicazioni apparentemente benefiche si
celano le sperimentazioni che potrebbero portare alla realizzazione
dell'uomo bionico del futuro, pieno di elettrodi e sorvegliato dai sensori (lo schiavo perfetto insomma).
Gli
studi sono rivolti ad una serie veramente notevole di disturbi e
patologie (dalla depressione all'obesità, all'anoressia, ai cosiddetti
disturbi ossessivi compulsivi, oltre alle malattie neurologiche)
malattie e disturbi per i quali è molto discutibile l'utilizzo di questi
eventuali rimedi sintomatici dal momento che le cause spesso sono ben
note e sono su un piano decisamente differente. Il morbo di Parkinson ed
il morbo di Alzheimer ad esempio pare accertato che siano causati
dai metalli pesanti e dagli altri contaminanti ambientali, la
depressione e l'anoressia sono generalmente causate da problematiche
psicologiche e ci si chiede come mai si spendano miliardi per
sperimentare nanoimpianti nel cervello piuttosto che per sperimentare
tecniche di disintossicazione da una parte e per imporre politiche che
tutelino la salute dei cittadini dall'altra.
Appare
quindi a maggior ragione inquietante la stranissima connessione con
l'ente nucleare ed il ministero della difesa, quel ministero che
sovrintende anche occultamente ad altre operazioni ben poco rispettose
(diciamo così) della salute pubblica.
I
soldi per la Clinatec arrivano da enti istituzionali, stato, regione,
municipalità cittadina (più di 20 milioni di euro in tutto). Ma,
denunciano gli ecologisti del consiglio municipale di Grenoble che hanno
pubblicato un dossier
completo su Clinatec, non c'è stata alcuna informazione nè approvazione
del consiglio municipale, e non è mai stato possibile avere alcun
documento amministrativo sulla struttura a causa del "segreto
industriale e militare".
A nostro giudizio per capire meglio dove costoro vogliono arrivare è opportuna la lettura dell'articolo microchip e grande fratelllo orwelliano e gli altri sotto l'etichetta microchip presenti su questo sito.
Da notare che anche in Italia ci si muove in direzioni vagamente simili in quanto è attivo un progetto il cui obiettivo è:
realizzare nanoparticelle (NPs) in grado di attraversare la barriera emato-encefalica
per raggiungere il cervello, sede principale della malattia di
Alzheimer. Alle nanoparticelle verranno legate molecole in grado di
riconoscere (diagnosi) e distruggere (terapia) le placche amiloidi che
si depositano nel cervello in tale malattia. L'efficacia delle NPs sarà
alla fine verificata su modelli animali della malattia (ratti
transgenici).
Davvero possiamo credere a quanto affermato sul sito che presenta tale progetto, ovvero che:
Queste nanoparticelle possiedono numerosi requisiti, che le rendono
uniche nell'ambito diagnostico e terapeutico. Tra le caratteristiche si
segnalano alta biocompatibilità, bassa immunogenicità, assenza di tossicità, biodegradabilità, stabilità e facilità di preparazione...?
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