Finalmente gli scienziati si sono messi d'accordo e,
con il supporto dell'Ente spaziale europeo (Esa) e di quello americano (Nasa),
hanno incrociato i dati provenienti da vari tipi di misurazioni (altimetria
satellitare, interferometria, gravimetria) e hanno raggiunto un ampio consenso
sulla quantità di ghiaccio perso ai poli e il conseguente innalzamento del
livello del mare negli ultimi vent'anni.
Lo studio, pubblicato su Science, consolida i
pareri di 47 glaciologi che lavorano in 26 diversi laboratori e le sue
conclusioni hanno lo scopo di porre fine a una lunga polemica. Lo scioglimento
dei ghiacci polari ha un enorme potenziale per aumentare il livello del mare,
ma misurarlo accuratamente resta un compito molto difficile. Oltre alle immagini
satellitari, che però non sempre distinguono fra ghiaccio e neve, vi sono
modi indiretti per valutare i cambiamenti nella massa del ghiaccio presente in
alcune zone, per esempio calcolandone gli effetti gravitazionali sul
pianeta: lo spostamento di grandi masse d'acqua dai poli agli oceani modifica
infatti il campo gravitazionale della Terra.
Il risultato del'incrocio di questi dati, rilevati
appunto con sistemi diversi, è che dal 1992 al 2011 il livello del mare si
sarebbe alzato di 11,1 mm a causa dello scioglimento dei ghiacci polari.
La perdita di ghiaccio in Groenlandia e Antartide sarebbe quindi responsabile
di un quinto dell'innalzamento totale dei mari avvenuto in questi ultimi
20 anni.
Due terzi dello scioglimento sono avvenuti in
Groenalndia, l'altro terzo in Antartide, ma il dato più preoccupante è che il fenomeno
è in aumento. I due strati di ghiaccio in ritirata, insieme, oggi
aggiungono al mare 0,95 mm all'anno, contro gli 0,27 mm l'anno degli
anni '90.
E un'altra ricerca appena pubblicata su Environmental Research Letters e condotta dal Potsdam Institute for Climate Impact Research, in Germania, lancia un ulteriore avvertimento. L'innalzamento del livello dei mari sarebbe del 60% più rapido rispetto a quanto previsto dall'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), che nel suo ultimo rapporto stimava la crescita in 2 mm l'anno, mentre quella misurata dai satelliti dell'istituto tedesco si attesterebbe sui 3,2 mm.
E un'altra ricerca appena pubblicata su Environmental Research Letters e condotta dal Potsdam Institute for Climate Impact Research, in Germania, lancia un ulteriore avvertimento. L'innalzamento del livello dei mari sarebbe del 60% più rapido rispetto a quanto previsto dall'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), che nel suo ultimo rapporto stimava la crescita in 2 mm l'anno, mentre quella misurata dai satelliti dell'istituto tedesco si attesterebbe sui 3,2 mm.
Uno dei difetti alla base di una stima così
clamorosamente errata starebbe, secondo gli autori dello studio tedesco,
nell'aver previsto che lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia sarebbe stato
in gran parte compensato da un aumento dei ghiacci in alcune zone
dell'Antartide, dovuto alle più abbondanti precipitazioni nevose. Come dimostra
anche lo studio pubblicato su Science, questa compensazione è avvenuta
ma in quantità totalmente insufficiente a "recuperare" il
ghiaccio perduto.
di Marta Buonadonna
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