Arriva l'urgano Sandy e il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha annunciato che sarà necessaria l'evacuazione di alcune zone della città, cosa che costringerà l'evacuazione di 375.000 persone. "E' una tempesta seria e pericolosa", ha detto il primo cittadino in conferenza stampa.
Il passaggio dell'uragano Sandy ha costretto le autorità a sospendere i servizi pubblici - metro, treni e autobus - a partire dalle sette di questa sera. Un modo, soprattutto, per scoraggiare la popolazione ad andare in giro, ha detto in conferenza stampa il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo.
Ieri aveva avvertito del pericolo, rassicurando comunque la popolazione: "E' meno pericoloso di Irene". Oggi il sindaco di New York, Michael Bloomberg, ha dipinto per la sua città un quadro molto più cupo, a causa del peggioramento delle previsioni per l'arrivo dell'uragano Sandy, e dei rischi per l'innalzamento della marea.
Il risultato, oltre al previsto blocco della metropolitana e degli altri servizi pubblici - questa sera - e alla chiusura delle scuole - domani - è stato l'ordine di evacuazione annunciato per le 375.000 persone che vivono nella zona A, quella più a rischio, che dovranno lasciare le proprie case questo pomeriggio. Un'evacuazione obbligatoria, ha più volte sottolineato il sindaco, che ha parlato in conferenza stampa con tono grave, "altrimenti metterete in pericolo non solo la vostra vita, ma quella delle forze dell'ordine".
Il sindaco ha invitato quindi le persone che vivono nelle zonein pericolo, quelle costiere (interessati tutti e cinque i borough) "a chiedere ospitalità agli amici che vivono nelle zone sicure". Un annuncio pronunciato anche in spagnolo, in modo da arrivare anche ai tanti latinoamericani della città. Bloomberg, dopo aver accusato di follia i ragazzi che vogliono approfittare di Sandy per fare surfing ("rischiano la loro vita e quella degli altri") ha poi chiuso la conferenza stampa dicendo: "Meglio peccare in prudenza, mettetevi al sicuro". Solo in altre due occasioni, nella storia di New York, era stata ordinata l'evacuazione.
Tutto il paese in allerta
Dalla North Carolina al Connecticut, i governatori hanno dichiarato lo stato d'emergenza, mentre Sandy prosegue in mare aperto, con venti che soffiano a 120 chilometri all'ora, verso nord-est: secondo il National Hurricane Center di Miami, si trova a circa 400 chilometri dalle coste della North Carolina e dovrebbe toccare terra lunedì sera, nella regione atlantica centrale.
Il Climate Central avverte della possibile "fusione" dell'uragano con una perturbazione in arrivo da ovest e con i venti polari da nord, dando vita a "Frankenstorm", che metterà paura a circa un sesto della popolazione: forti venti, piogge torrenziali e pesanti nevicate potrebbero abbattersi su circa 1.300 chilometri, dalla East Coast alla regione dei Grandi Laghi, nei giorni dei festeggiamenti per Halloween (31 ottobre). «Sarà una tempesta problematica da gestire», ha detto Craig Fugate, numero uno della Federal Emergency Management Agency (Fema), l'agenzia federale che si occupa delle emergenze.
Decine di migliaia di viaggiatori potrebbero restare in ostaggio di Sandy, visto che diversi aeroporti internazionali saranno colpiti dal maltempo. Lo saranno sicuramente anche i due candidati alla Casa Bianca, il presidente Barack Obama e il repubblicano Mitt Romney, già costretti a cancellare alcuni comizi. Il passaggio dell'uragano avrà un impatto significativo sulla fine della campagna elettorale, a pochi giorni dal voto del 6 novembre. Tra gli Stati in attesa di Sandy ce ne sono alcuni considerati decisivi per l'elezione del presidente: dalla North Carolina alla Virginia, dalla Pennsylvania all'Ohio.
Indipendentemente dagli eventi saltati, il passaggio di un uragano sulle coste americane metterà la campagna elettorale in secondo piano nella copertura dei grandi network americani, visto che il maltempo fa più ascolti della politica. Sandy, poi, potrebbe rendere difficile il voto anticipato e i preparativi per il 6 novembre. Esagerato, forse, parlare di influenza sull'esito del voto, ma Obama e Romney avrebbero sicuramente preferito evitare quest'ultimo ostacolo di una lunga e logorante campagna elettorale.
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