Se la
stella compagna (binaria) del Sole, una nana bruna, dovesse arrivare ad
attraversare una regione vicina ai confini del nostro sistema
planetario, potremmo seriamente ritrovarci uno dei suoi pianeti
(precisamente quello dall’orbita più distante da questa stella) già
dentro al Sistema Solare.
L’esatta
posizione di questo Pianeta X è legata principalmente al periodo di
rivoluzione che l’astro stesso compie orbitando attorno a questa stella
compagna del Sole, la quale, a seconda della distanza percorsa nella
propria orbita, costituirebbe il vero filo conduttore tra il Pianeta X e
il nostro Sistema Solare.
Entrambe
le stelle si muovono lungo delle orbite molto estese che condurrebbero
ciclicamente il Sole e la sua compagna binaria (ovvero un sistema
planetario completo) ad avvicinarsi reciprocamente. I periodi orbitali
delle binarie possono variare da meno di un’ora a pochi giorni, a
centinaia di migliaia di anni. Potremmo quindi fare parte di un sistema
binario nel quale i periodi orbitali compiono la propria rivoluzione in
un arco di tempo lungo anche molte migliaia di anni.
Supponiamo
inoltre che questo Pianeta X impieghi diverse centinaia di anni per
completare una rivoluzione intera attorno alla propria stella (dati
approssimativi basati sulla rivoluzione di 2M1207 b attorno alla propria
nana bruna, ma stando anche dentro ai parametri di casa
simil-nettuniani) e che sia “destinato” ad attraversare il Sistema
Solare proprio negli anni a venire di questa nostra “Era moderna”, ciò
significherebbe che potremmo “godere” della presenza di questo corpo
celeste nella nostra volta stellata per “molto” tempo.
In quel
lungo periodo la Terra incontrerebbe dei gravissimi disagi climatici ed
ambientali, i quali sarebbero condizionati dalla propria posizione sul
periodo orbitale che occupa nello Spazio; in breve, durante il periodo
dei 365 giorni, tempo in cui impiega a compiere una rivoluzione completa
attorno al Sole, la Terra vivrebbe diversi mesi all’anno sotto
l’opprimente influenza gravitazionale del Pianeta X, continuando a
soffrire le interazioni della sua ingombrante presenza anche per lungo
tempo, questo sarebbe logicamente connesso al periodo di rivoluzione di
questo “intruso” spaziale.
E’ possibile che il Pianeta X rimanga dentro al nostro Sistema Solare per molto tempo
Il
“passo” delle due stelle sul lunghissimo percorso del nostro sistema
binario giocherebbe un ruolo di primo piano sulla scacchiera cosmica, se
infatti esse dovessero ritrovarsi in una fase di interazione maggiore
(quindi più vicine tra loro) l’orbita del Pianeta X si introdurrebbe
all’interno del Sistema Solare molto più di quanto si possa immaginare.
Osservando
la “bizzarra danza” di Plutone, possiamo capire quanto una orbita
eccentrica possa mandare all’aria la più diligente delle teorie. A causa
della grande eccentricità dell’orbita (maggiore anche di quella di
Mercurio), Plutone interseca ogni 248 anni l’orbita di Nettuno (i due
pianeti viaggiano comunque su diversi piani orbitali) e viene
periodicamente a trovarsi, per circa “20 anni”, nella condizione di
penultimo pianeta più lontano dal Sole. L’ultima volta ciò si è
verificato tra il 1979 e il 1999.
Sappiamo
che questo è normale poiché si tratta di un fenomeno appartenente al
moto del nostro Sistema Solare e che quindi conosciamo bene, ma non
trascuriamo il fatto che per un periodo di circa 20 anni, durante i suoi
248 di orbita “eccentrica” attorno al Sole, Plutone si trova in una
posizione in cui “non dovrebbe essere”. Questo non può che suggerire
diversi esempi sostanziali, specie se sviluppati su di un possibile
periodo di rivoluzione appartenente ad un pianeta extrasolare
dall’orbita eccentrica in fase di entrata nel Sistema Solare.
Non un singolo Pianeta X ma “differenti eventi” connessi a diversi periodi orbitali
Nella
nostra volta stellata potrebbe avvenire uno degli scenari più
incredibili. Insieme a questo “misterioso pianeta” potrebbero irrompere
sul palcoscenico stellato altri corpi spaziali, parenti strettissimi
dell’intruso enigmatico: i suoi “nipoti” satelliti. Durante la fase del
suo passaggio, il Pianeta X probabilmente non si presenterebbe da solo.
Un corpo celeste dalle notevoli dimensioni, come appunto “dovrebbe”
essere questo colosso spaziale, difficilmente è privo di satelliti
orbitanti. Se uno dei suoi satelliti arrivasse a spingersi dentro le
regioni più interne del nostro sistema costituirebbe anche un serio
pericolo per i pianeti circostanti, una minaccia incombente di un
impatto planetario. In questa rappresentazione (vedi foto) abbiamo dato
il ruolo da protagonista al Pianeta X, ma anche le sue lune potrebbero
creare grossi problemi se dovessero attraversare zone vicine all’orbita
terrestre.
Una brutta
sorpresa per l’intero Sistema Solare, che si troverebbe a subire
sconvolgenti cambiamenti di ogni tipo in un arco di tempo tutt’altro che
breve. Di sicuro sarebbe uno spettacolo unico poter osservare un cielo
totalmente “nuovo”, ma la presenza di più corpi celesti a pochi passi da
noi costituirebbe una vera e propria certezza di stravolgimento
epocale. Non è da escludere la possibilità che questo oggetto di massa
planetaria sia in realtà una sub-nana bruna, anche se non è ancora del
tutto chiara la distinzione tra una sub-nana bruna ed un comune pianeta,
tranne per il fatto che una sub-nana bruna si forma esattamente come
una stella, dal collasso gravitazionale di una nube di gas.
Per non
creare confusione, visto i tanti ingredienti trattati fino ad ora,
precisiamo che il corpo celeste che si spingerebbe all’interno del
Sistema Solare è il Pianeta X con le sue lune orbitanti; non si
tratterebbe quindi di un sistema planetario. Questo Pianeta X (coi suoi
satelliti) orbiterebbe attorno alla propria stella, una nana bruna, la
probabile compagna del Sole: “Tyche” (Nemesis)…ovvero un “micro” sistema
planetario completo concettualmente simile al Sistema Solare ma
probabilmente meno esteso.
Il Pianeta
X potrebbe arrivare a transitare tra le regioni più vicine della Terra
“trattenendosi” per molto tempo, questo dipenderebbe dal proprio periodo
orbitale e dall’estensione dell’orbita stessa. Ovviamente il tutto
sarebbe legato esclusivamente al tipo di movimento che avviene sul
sistema binario e alla distanza dell’orbita della stella compagna da
quella del Sole. Di certo non si tratterebbe di una “toccata e fuga”
come da sempre si ipotizza. Se il periodo dell’orbita del Pianeta X
fosse ad esempio di 200 anni, la fase di interazione (variabile a
seconda della propria ellittica) potrebbe anche durare per diversi anni.
Mentre se, come in un caso simile a 2M1207 b, il periodo dell’orbita
del Pianeta X fosse di 800/1000 anni o forse più, la fase di interazione
potrebbe addirittura durare per molti anni. Maggiore è il periodo di
questa orbita “X” e maggiore (ma difficilmente rilevabile) è il tempo in
cui l’intruso (Pianeta X) permarrebbe all’interno o comunque in fasi
ravvicinate del nostro Sistema Solare.
Diverse fasi di interazioni gravitazionali
Tutto
questo lo stiamo teorizzando tenendo conto anche del periodo di
rivoluzione dell’orbita terrestre, la quale “obbligherebbe” la Terra ad
“affacciarsi”, per almeno quattro mesi all’anno, sul versante dove
questo Pianeta X (che ricordiamo essere il pianeta che orbita nella zona
più distante dalla propria stella ‘nana bruna compagna del Sole’)
attraverserebbe, con i suoi satelliti orbitanti, il piano dell’eclittica
del nostro Sistema Solare.
In quel
periodo la Terra, passando in mezzo all’enorme scia di questo intruso
spaziale, sarebbe esposta maggiormente ai pericoli rappresentati dai
detriti rocciosi che proprio questo “colosso” trascinerebbe con sé,
rendendo il nostro pianeta più vulnerabile ad impatti meteorici.
Pertanto, ogni anno che passa, la Terra vivrebbe sotto “diverse” fasi di
interazione da parte del Pianeta X; questo potrebbe essere uno dei
motivi per cui la Terra in questi ultimi anni ha mostrato continui
“sbalzi di umore” che non sono confrontabili tra loro e dai quali non è
possibile tracciarne una precisa logica di comportamento anche se si
analizza ogni aspetto dei drastici mutamenti del clima terrestre.
Rimarrà
sempre un compito difficile identificare una precisa rotta di questa
compagna binaria del Sole, ma soprattutto risulta impossibile capire
come esattamente si muovano i propri pianeti orbitanti e relativi
satelliti. Forse, da tempo, alla NASA sono già riusciti a tracciare
delle orbite precise. Noi, tenuti all’oscuro da tutto, possiamo solo
basarci su quei pochi “accenni” di verità trapelate; ci riferiamo a
quelle “quasi” ufficializzazioni avvenute dagli anni 80 fino ad oggi,
che sono state sottolineate più volte da illustri scienziati e
ricercatori.
Se in
realtà tutto quanto non fosse legato ad un ciclo binario ma ad una
singolare fase di “incrocio” con un sistema planetario sconosciuto,
allora ogni tipo di tentativo di calcolare una rotta precisa del Pianeta
X diverrebbe inutile.
Una mappa astronomica di matrice extraterrestre
Inoltre
non dobbiamo mai sottovalutare i preziosissimi messaggi impressi su
campi di grano, si tratta di “saggi consigli” di matrice extraterrestre
che racchiudono importanti verità, come appunto la “mappa astronomica”,
con tanto di eventi, impressa nel crop circle di Santena (apparso il 17
Giugno 2012), la quale sembra proprio suggerire che il pianeta che
orbita più distante dalla stella compagna del Sole sia davvero in fase
di attraversamento all’interno del Sistema Solare, impossibile però
dedurne un periodo preciso dell’orbita.
Di certo
in questo pittogramma di tipo astronomico è stato tracciato un evento
futuro, il quale potrebbe verificarsi e durare anche per molti anni.
Rimarrebbe solo da capire quanto questo Pianeta X si spingerebbe verso
di noi. Questa fase critica di avvicinamento spiegherebbe inoltre il
motivo degli innumerevoli corpi rocciosi provenienti dallo Spazio che
stanno investendo anche la Terra e che potrebbero perfino aumentare in
futuro, proprio come raffigurato in questo magnifico pittogramma, nel
quale possiamo trovare una “quasi” completa spiegazione.
Sistemi Binari
La maggior
parte delle stelle si trova in sistemi binari o multipli in cui la nube
originaria, collassando, ha generato più corpi. Il tipo di interazione
tra le stelle che compongono un sistema binario dipende dalla distanza
che separa le due stelle, l’interazione può limitarsi alla semplice
attrazione gravitazionale o essere assai più cospicua. Quanto minore è
tale distanza, tanto più le interazioni sono importanti; esistono stelle
per cui la distanza reciproca è così ridotta rispetto ai loro raggi,
che può instaurarsi un regime di scambio di massa tra le due stelle.
Le stelle
binarie che possono essere risolte tramite un telescopio o tramite un
interferometro vengono chiamate binarie visuali. Per la maggior parte
delle binarie visuali conosciute, non è stata ancora osservata una
intera rivoluzione, ma solo una parte della curva dell’orbita, a causa
del lungo periodo orbitale che un’ampia orbita comporta.
Il centro
di massa è una convenzione fisica introdotta per semplificare
notevolmente lo studio dei sistemi. L’intero sistema di corpi si
comporta come se la massa complessiva del sistema fosse concentrata in
quel punto, da questo segue che se si riesce a studiare in qualche modo
il moto e le forze agenti nel centro di massa si può risalire al
comportamento dell’intero sistema. Dal disegno qui sotto ci possiamo
fare un’idea più precisa:
Il centro di massa è sostanzialmente un punto in cui le grandezze che determinano le caratteristiche del sistema sono in equilibrio. |
Cliccare per ingrandire |
Descrizione
[1] – Il centro di massa o baricentro è il punto geometrico
corrispondente al valore medio della distribuzione della massa del
sistema nello spazio. In questa raffigurazione (puramente teorica) di un
sistema stellare binario, del quale potremmo realmente fare parte, le
orbite ellittiche e le stelle ad esse appartenenti sono rappresentate in
perfetta simmetria rispetto al comune centro di massa e sono
posizionate sullo stesso piano dell’eclittica con le medesime
proporzioni. In realtà in un sistema binario nulla è simmetrico, i
periodi delle orbite e le masse stellari sono sempre differenti l’una
dall’altra e ben più complessi di quanto si possa illustrare; pertanto
il baricentro di un sistema di tipo binario può non coincidere con la
posizione di alcuno dei punti materiali che costituiscono il sistema
fisico.
Descrizione
[2] – Il Sistema Solare è costituito da un astro centrale, il Sole, da 8
pianeti, oltre 160 satelliti, 3 pianeti nani con quattro lune e una
pletora di piccoli corpi. Quest’ultima categoria include gli asteroidi,
le comete, i meteoroidi e la polvere interstellare.
Descrizione
[3] – Il Pianeta X potrebbe arrivare a transitare tra le regioni più
vicine della Terra “trattenendosi” per molto tempo, questo dipenderebbe
dal proprio periodo orbitale e dall’estensione dell’orbita stessa.
Maggiore è il periodo di questa orbita “X” e maggiore (ma difficilmente
rilevabile) è il tempo in cui l’intruso (Pianeta X) permarrebbe
all’interno o comunque in fasi ravvicinate del nostro Sistema Solare.
Ovviamente il tutto sarebbe legato esclusivamente al tipo di movimento
che avviene sul sistema binario e alla distanza dell’orbita della stella
compagna da quella del Sole. In realtà l’orbita del “presunto” Pianeta X
potrebbe essere meno allungata di quella raffigurata in questo schema:
“Pensiamo che questo sia solo un tipo di…insomma…se c’è qualcosa là
fuori potrebbe trattarsi di un grande corpo in un’orbita
approssimativamente circolare”, risponde (visibilmente imbarazzata) Amy
Mainzer (NEOWISE Principal Investigator, JPL, NASA) alla domanda
provocatoria di un giornalista durante la conferenza NEOWISE/NASA del 29
Settembre 2011.
Descrizione
[4] – Non possiamo sapere se questo Pianeta X sia un pianeta o una
sub-nana bruna (vedi paragone con 2M1207 b nella prima parte
dell’articolo). E’ curioso notare come, con un pizzico di fantasia, un
evento simile coinciderebbe con un passaggio della profezia Hopi: “Nei
giorni finali la Stella Blu Kachina (Pianeta X) verrà coi suoi nipoti
(le sue lune orbitanti) e faranno tornare la Terra alla sua rotazione
naturale”. In questo caso la Blu Kachina non rappresenterebbe una cometa
come si è ipotizzato fino ad oggi, ma un vero e proprio corpo
planetario: il Pianeta X. Questo verrebbe chiaramente sottolineato dal
fatto che farebbe ritorno coi propri “parenti” (nipoti/lune).
Descrizione
[5] – La fascia principale degli asteroidi è sempre più soggetta ad
influenze gravitazionali. Il meteorite precipitato in Russia il 15
Febbraio 2013, sembrava provenire proprio da questa cintura asteroidale.
Descrizione
[6] – Nemesis o Tyche? In attesa del verdetto di WISE, gli astrofisici
J. J. Matese e Daniel Whitmire, celebri teorici di Nemesis, ripropongono
(nel 2010) i loro studi aggiornati e corretti, come previsione teorica
dell’esistenza di una compagna del Sole. “Presentiamo un’analisi
aggiornata, dinamica e statistica, circa le prove relative a una
‘presenza’ nella parte interna della nube cometaria di Oort, le quali
suggeriscono che il Sole abbia una compagna di massa ≈ 1-4 M gioviane”.
Questa compagna del Sole denominata Tyche “potrebbe avere fino ad un
centinaio di lune, alcune abbastanza grandi da essere corpi come
Plutone, Eris, MakeMake o Sedna e che trascinerebbe con sé anche un
numero elevatissimo di meteoriti, asteroidi e comete”. Curioso come in
questo caso ci siano delle incredibili coincidenze con la stella Red
Kachina della profezia Hopi: “Ci saranno messaggeri (le Entità
Extraterrestri) che precederanno questa venuta del Purificatore. Loro
lasceranno messaggi (nei crop circle) a quelli che sulla Terra ricordano
le vecchie vie” (a coloro che non si lasciano ammaliare dal finto
luccichio del mondo materiale). “Quando il Purificatore arriva (la
Stella Compagna Binaria del Sole) lo vedremo prima come una piccola
Stella Rossa che verrà molto vicina e si siederà nei nostri cieli a
guardarci. Guardandoci per vedere quando bene ricordiamo i sacri
insegnamenti”.
Descrizione
[7] – Molte binarie visuali hanno lunghi periodi orbitali, dell’ordine
di centinaia o migliaia di anni, e perciò le loro orbite sono note solo
con incertezza. Se le componenti di un sistema binario sono abbastanza
vicine (binarie strette), esse possono distorcere reciprocamente le loro
atmosfere e, in alcuni casi, possono pure scambiarsi materiale così da
modificare la loro normale evoluzione. Nella maggior parte dei casi le
componenti che formano un sistema binario non si disturbano a vicenda
finché permangono all’interno della sequenza principale; se però esse
fanno parte di un sistema stretto, allora possono andare incontro a
maggiori interazioni nelle ultime fasi della loro evoluzione. Si stima
che circa il 50-60% delle stelle binarie possano ospitare pianeti
terrestri abitabili in orbite stabili. L’individuazione di pianeti nei
sistemi binari presenta particolari difficoltà tecniche che ne hanno
permesso finora la scoperta di un numero limitato.
Descrizione
[8] – In questo sistema planetario “sconosciuto” sono stati raffigurati
7 ipotetici pianeti con orbite posizionate sullo stesso piano a scopo
rappresentativo. Forse solo la NASA conosce esattamente le reali
caratteristiche di questo sistema misterioso.
Descrizione
[9] – In questa rappresentazione la Terra è posizionata nel periodo
orbitale più a rischio, in quanto sarebbe esposta maggiormente ai
pericoli rappresentati dai detriti rocciosi che proprio questo il
Pianeta X trascinerebbe con sé, rendendo il nostro pianeta più
vulnerabile ad impatti meteorici. Inoltre la Terra si troverebbe sotto
l’enorme influenza gravitazionale di questo “colosso” spaziale.
Intanto
l’Ombra misteriosa del Pianeta X rimane avvolta dal mistero. La stella
“madre” di questo corpo celeste continua senza sosta il suo lungo
cammino nella propria orbita…immersa tra le più oscure profondità dello
Spazio. Forse un giorno, non troppo lontano, la compagna binaria del
Sole farà la sua comparsa nella nostra volta stellata, portando con sé
uno spettacolo senza precedenti. Quel giorno potrebbe non essere poi
così distante.
(Fine)
(Fine)
Scritto da Dan Keying
Per Segnidalcielo.it
Articolo riproducibile citando autore e fonte
http://www.segnidalcielo.it/2013/03/07/la-stella-binaria-del-sole-parte-2-di-2-la-misteriosa-orbita-di-una-compagna-oscura/
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Articolo precedente:
Leggete la prima parte: La Stella Binaria del Sole (Parte 1 di 2) – L’ombra del Pianeta X dietro la pioggia di meteoriti:
Articoli precedenti:
Qui la prima parte del nostro sito: La Stella Binaria del Sole (Parte 1 di 2) – L’ombra del Pianeta X dietro la pioggia di meteoriti:
http://silentobserver68.blogspot.it/2013/03/la-stella-binaria-del-sole-parte-1-di-2.html
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