I numerosi meteoriti infuocati che sfrecciano sopra i nostri cieli e
che impattano sulla Terra sottolineano quanto possa realmente
esserci, in fase di avvicinamento, un temibile “elemento scatenante”
provenire dallo Spazio oscuro.
I corpi
rocciosi spaziali che colpiscono la Terra fanno ormai parte di una
“nuova realtà” divenuta normale nel mondo in cui viviamo. Ma questa
nuova realtà nasconde “un’ombra” assai più imponente di un qualsiasi
corpo roccioso, un destino che molto presto potrebbe prendere parte
all’intrigante scena planetaria. Un misterioso “astro” sta riducendo
senza tregua le distanze tra sé e le orbite interne del Sistema Solare e
trascinerebbe proprio quei detriti rocciosi dentro l’atmosfera
terrestre. Da sempre lo definiamo Pianeta X.
La realtà
dei fatti dimostra quanto siano pericolosamente aumentate le rocce
spaziali infuocate che piovono dal cielo su tutto il mondo. Ciò che non
sappiamo è fino a che punto arriveranno a danneggiarci.
Qualcosa di grosso viene custodito sotto il timbro del “Cosmic Top Secret”
Sappiamo bene che coloro che non vogliono rivelare certe verità (cover-up) hanno qualcosa di estremamente scottante da nascondere al pubblico. I numerosi meteoriti infuocati che sfrecciano sopra i nostri cieli e che impattano sulla Terra sottolineano quanto possa realmente esserci, in fase di avvicinamento, un temibile “elemento scatenante” provenire dallo Spazio oscuro. Una forza gravitazionale misteriosa che sprigiona un’energia indefinibile sta spingendo numerosi frammenti rocciosi spaziali verso la Terra. Dietro quel velo di segretezza si nasconde un’incredibile realtà: la presenza di un Pianeta X dentro il Sistema Solare.
Un evento come quello del meteorite russo, precipitato il 15 Febbraio 2013, non era mai accaduto nella storia moderna, per trovarne uno antecedente a questo dobbiamo risalire all’evento di Tunguska del lontano 30 Giugno 1908, accaduto anch’esso in un’area distante da zone abitate (una coincidenza?). Le cadute di rocce infuocate provenienti dallo Spazio non possono essere tenute nascoste, risulta impossibile nascondere ciò che può essere visto ad occhio nudo o ripreso da videocamere e telefonini. Durante la caduta del grossissimo meteorite del 15 Febbraio 2013, abbiamo potuto assistere addirittura a qualcosa di unico nel genere; da più fonti video possiamo chiaramente notare come sia avvenuto, su quella “bomba spaziale”, un intervento mirato e deciso da parte di “Guardiani Extraterrestri”. Un “disco volante” ha colpito il grosso meteorite russo frantumandolo e deviandolo in una zona lontana dai centri abitati.
La “palla
di fuoco” precipitata in Russia e tutti gli altri casi di esplosioni e
bagliori che avvengono in ogni parte del mondo, sono casi destinati
probabilmente ad aumentare. Non sappiamo fino a che punto potremo
contare sull’aiuto di queste “forze invisibili extraterrestri”. Tutte le
agenzie governative mondiali mostrano una più che evidente
preoccupazione riguardo l’insidiosa minaccia rappresentata dai corpi
spaziali ( e detriti spaziali) come meteore, asteroidi e comete,
provenienti dallo Spazio.
Torniamo sul Crop Circle di Santena
Ora più che mai è d’obbligo fare un
piccolo passo indietro nel tempo e tornare al crop circle comparso a
Santena (TO) il 17 Giugno 2012. Non è necessario per ora sapere se la
costellazione situata sul lato destro del pittogramma raffiguri o meno
quella del Cancro. Ciò che è fondamentale capire è se il cerchio più
grande, che dalla rappresentazione pare provenire proprio da quella
costellazione, sia la Stella Compagna Binaria del Sole, una Nana Bruna; i
sospetti a riguardo cominciano a diventare sempre più credibili.
Non possiamo sapere con esattezza quanti
pianeti orbitano attorno a questa stella, ma uno di questi viene qui
rappresentato in modo preciso e sembra essere quello che orbita nella
zona più estrema di questa stella: il Pianeta X, che silenzioso ed
invisibile si avvicina alle orbite interne del nostro Sistema Solare.
Sappiamo bene che, in questo crop circle, la formazione dei nostri
pianeti (Mercurio, Venere, Terra e Marte) raffigurava la data del 23
Dicembre 2012, ma questo non significa che si sarebbe verificato tutto
in quel giorno, astronomicamente parlando è impossibile; quella data
rappresentava il “passaggio di un confine” di grandi cambiamenti per
l’umanità, connessi anche ad un possibile inasprimento
climatico/atmosferico futuro, dovuto proprio a questa imponente presenza
planetaria in fase di attraversamento.
Il
messaggio di questo preziosissimo pittogramma sembra ora parlare chiaro.
Le Entità Extraterrestri Multidimensionali ci hanno messo in guardia da
un “periodo” di insidiose piogge di rocce spaziali che anche la Terra
avrebbe dovuto incontrare, non possiamo sapere però quanto potrà durare
tale periodo. In questo schema vi è rappresentato anche il “colpevole”
di questo pericolo: il pianeta che orbita nella zona più lontana dalla
propria stella, che per primo entra di fatto dentro al nostro Sistema
Solare. Potrebbe quindi non essere l’unico pianeta ad avvicinarsi a noi
in futuro.
Cerchiamo di capire come il Pianeta X potrebbe muoversi dentro il nostro Sistema Solare.
Forse non
si tratta di un singolo pianeta errante che attraversa ciclicamente le
nostre rotte, ma di un sistema planetario completo, o peggio..un micro sistema stellare, forse meno
“ingombrante” del nostro ma pur sempre composto da una stella coi propri
pianeti orbitanti.
Abbiamo
scelto di fare un paragone puramente casuale tra il pianeta più lontano
(escludendo i pianeti nani) del Sistema Solare, Nettuno, ed il primo
esopianeta, 2M1207 b, scoperto nel 2005 in orbita attorno ad una nana
bruna.
Da sottolineare che 2M1207, una nana bruna, è visibile nella
costellazione del Centauro a circa 173 anni luce dalla Terra e pertanto
non può assolutamente trattarsi del sistema (la nana bruna
compagna binaria del Sole) che “sarebbe” in fase di attraversamento col
nostro Sistema Planetario.
Questo paragone lo facciamo per portare
esclusivamente dei reali dati astronomici e scientifici dentro ad un
concetto che vorremmo assolutamente approfondire, al fine di sviluppare
un’idea più o meno precisa su di un “movimento” plausibile da parte di
un ipotetico “corpo celeste extrasolare” di passaggio dentro al nostro
Sistema Solare.
Facendo un confronto tra due sistemi stellari “esistenti” differenti tra loro ed inserendoli in un possibile sistema binario (dentro il quale ci troveremmo), potremmo avvicinarci a capire meglio cosa esattamente starebbe avvenendo all’interno del nostro Sistema Solare.
Dicevamo che il pianeta più lontano del Sistema Solare è Nettuno; esso si trova ad una distanza dal Sole di 30.06 unità astronomiche ed impiega circa 165 anni per compiere una orbita intorno ad esso. Nettuno ha 17 volte la massa della Terra.
Facendo un confronto tra due sistemi stellari “esistenti” differenti tra loro ed inserendoli in un possibile sistema binario (dentro il quale ci troveremmo), potremmo avvicinarci a capire meglio cosa esattamente starebbe avvenendo all’interno del nostro Sistema Solare.
Dicevamo che il pianeta più lontano del Sistema Solare è Nettuno; esso si trova ad una distanza dal Sole di 30.06 unità astronomiche ed impiega circa 165 anni per compiere una orbita intorno ad esso. Nettuno ha 17 volte la massa della Terra.
Una simulazione di una stella binaria, le cui componenti hanno masse simili e orbitano intorno al comune centro di massa secondo orbite ellittiche |
2M1207 b è
un oggetto di massa planetaria che orbita intorno a
2M1207, una nana bruna, ad una distanza da essa di circa 40 unità
astronomiche, il che implica un periodo orbitale di circa 1700 anni.
2M1207 b ha un massa piuttosto elevata, compresa tra 3 e 10 volte quella
di Giove. Tuttavia gli scienziati sono dell’idea che 2M1207 b andrebbe
classificato come sub-nana bruna (oggetto di massa minore di una nana
bruna) piuttosto che come pianeta, poiché presenta caratteristiche
simili alla compagna attorno alla quale lui stesso orbita.
Da notare come la distanza orbitale della “sub-nana bruna 2M1207 b” dalla propria “stella nana bruna” sia addirittura maggiore rispetto alla distanza dell’orbita di Nettuno da quella del Sole (Nettuno:30 U.A. – 2M1207 b:40 U.A.); pertanto se una nana bruna risultasse essere in una fase di incrocio col nostro Sistema Solare, o più precisamente se l’ipotetica Stella Compagna del Sole (teoria ben più attendibile) dovesse trovarsi “nei pressi” del punto più vicino al comune centro di massa del sistema binario nel quale ci muoviamo (quindi in una zona piuttosto a ridosso del nostro Sistema Solare) allora ci troveremmo più di un singolo pianeta in fase di entrata dentro il nostro Sistema. Questo dipenderebbe dalla precisa quantità dei corpi celesti orbitanti e dal periodo di rivoluzione di ogni singolo pianeta appartenente a questo sistema capitanato proprio da una nana bruna.
Da notare come la distanza orbitale della “sub-nana bruna 2M1207 b” dalla propria “stella nana bruna” sia addirittura maggiore rispetto alla distanza dell’orbita di Nettuno da quella del Sole (Nettuno:30 U.A. – 2M1207 b:40 U.A.); pertanto se una nana bruna risultasse essere in una fase di incrocio col nostro Sistema Solare, o più precisamente se l’ipotetica Stella Compagna del Sole (teoria ben più attendibile) dovesse trovarsi “nei pressi” del punto più vicino al comune centro di massa del sistema binario nel quale ci muoviamo (quindi in una zona piuttosto a ridosso del nostro Sistema Solare) allora ci troveremmo più di un singolo pianeta in fase di entrata dentro il nostro Sistema. Questo dipenderebbe dalla precisa quantità dei corpi celesti orbitanti e dal periodo di rivoluzione di ogni singolo pianeta appartenente a questo sistema capitanato proprio da una nana bruna.
Sappiamo
(dall’esempio sopra citato) che anche le nane brune possono avere
pianeti dalle orbite molto distanti e che di logica conseguenza
impiegano moltissimi anni a compiere una rivoluzione completa attorno
alla propria stella; questo non può che rivoluzionare i “classici
concetti di movimento” di un ipotetico Pianeta X presente nel nostro
Sistema Solare, rendendo praticamente durissimo il compito di tracciarne
una precisa rotta, fondamentale per identificarne i futuri passaggi
ravvicinati al nostro sistema planetario.
Un “improbabile” singolo Pianeta Errante che si muove su di una orbita ellittica molto allungata
Nell’immaginario collettivo si crede, spesso troppo frettolosamente, che il Pianeta X possa essere semplicemente un grosso corpo celeste che percorre una lunghissima orbita ellittica e che questo arrivi a passare, come una cometa di lungo periodo, tra le orbite più vicine alla Terra e che spinto poi dalla gravità del Sole continuerebbe il suo cammino verso le profondità dello Spazio oscuro, allontanandosi lentamente dal nostro Sistema Solare.
Certamente non si tratterebbe poi di una teoria così
impossibile, sappiamo bene che esistono dei pianeti erranti
nell’Universo che vengono “catturati” da altri sistemi stellari;
tuttavia questa ipotesi definirebbe un concetto di movimento poco idoneo
nell’offrire sviluppi sui quali approfondire ricerche credibili, e che
se confrontata con gli ultimi studi pubblicati dagli astrofisici J. J.
Matese e Daniel Whitmire, sulla ipotetica nana bruna (stella binaria del
Sole) denominata “Tyche”, non troverebbe alcuna attendibilità.
Ricordiamo infatti che nel Novembre 2010,
la rivista scientifica Icarus pubblicò un documento dei due astrofisici,
in cui proponevano l’esistenza di una compagna binaria al nostro Sole,
più grande di Giove, nei pressi della “Nube di Oort”, un lontano
deposito di piccoli corpi ghiacciati ai margini del nostro Sistema
Solare. Questa compagna del Sole denominata Tyche potrebbe avere fino ad
un centinaio di lune, alcune abbastanza grandi da essere corpi come
Plutone, Eris, MakeMake o Sedna e che trascinerebbe con sé anche un
numero elevatissimo di meteoriti, asteroidi e comete. I dati relativi a
Tyche sono in possesso da diversi anni del team di WISE (Wide-Field
Infrared Survey Explorer), tali dati avrebbero dovuto smentire o
confermare gli studi di Matese e Whitmire, ma ancora oggi, dopo
approfondite analisi, non sono ancora stati resi pubblici. Tutto questo
accentua i sospetti riguardanti una scottante realtà tenuta segreta,
difficile (se non impossibile) da rendere pubblica.
L’ipotesi Nibiru
Fin dai tempi più remoti l’uomo è stato attratto dal cosmo; numerosi frammenti di antichi calcoli astronomici sono giunti integri fino ai giorni nostri. Un antico testo mesopotamico narra di un allineamento di sette pianeti “che irruppero nella fascia celeste”. Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone e Nibiru. Curioso ciò che affermò Berosso, sacerdote di Bel, astronomo storico babilonese: “quanto ereditato dalla terra verrà consegnato alle fiamme quando i cinque pianeti si riuniranno nel Cancro disposti in un’unica fila. Quando lo stesso allineamento avrà luogo nel Capricorno noi correremo il pericolo del diluvio”. Quanto alla storia umana, il diluvio universale rappresenta lo spartiacque tra due epoche ben distinte: i dieci sovrani antidiluviani avevano regnato per tempi lunghissimi, misurati in saroi, ossia in periodi di 3600 anni.
Altre
ipotesi sono affiorate nel corso del tempo, alcune di esse sostengono
che il pianeta Nibiru possa fare parte di un sistema stellare composto
da ben sette pianeti che orbitano attorno alla propria stella. Spesso ci
troviamo a pensare che il Pianeta X rappresenti Nibiru, il pianeta
dell’antica cosmologia dei Sumeri, e che ogni 3600 anni compia la sua
completa fase di attraversamento all’interno del nostro Sistema
Solare…questa però potrebbe essere un’altra storia, uno tra diversi
eventi che ciclicamente (o anche non necessariamente) il nostro Sistema
Solare incontra. In realtà, di corpi celesti che incrociano le nostre
orbite planetarie, potrebbero essercene altri e di eventi simili
potrebbero accaderne molti di più di quanto pensiamo.
Non un singolo Pianeta X ma “differenti eventi” connessi a diversi periodi orbitali
Proviamo a focalizzarci soltanto sul concetto del Sistema Binario nel quale dovremmo (quasi certamente) trovarci. Se la stella compagna binaria del Sole, una nana bruna, si trovasse davvero in una fase ravvicinata, potremmo seriamente ritrovarci uno dei suoi pianeti (precisamente quello dall’orbita più estrema) già dentro al nostro Sistema Solare…
(fine prima parte)
Scritto da Dan Keying
Per Segnidalcielo.it
Scritto da Dan Keying
Per Segnidalcielo.it
Articolo riproducibile citando autore e fonte
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