Secondo un nuovo studio, il rapido innalzamento del livello del mare potrebbe provocare un drammatico aumento di eruzioni vulcaniche.
La ricerca pubblicata sulla rivista Geology ha evidenziato che durante i periodi di rapido cambiamento climatico verificatisi nel corso degli ultimi milioni di anni, al rapido scioglimento dei ghiacciai continentali e il conseguente innalzamento del livello del mare, è corrisposto un significativo aumento dell'attività vulcanica sul nostro pianeta.
“Tutti abbiamo sempre pensato che l'attività vulcanica abbia un impatto sul clima terrestre”, spiega la coautrice della ricerca Marion Jegen, geofisico della Geomar in Germania, “ma ora abbiamo scoperto che è esattamente il contrario”. I risultati sono stati ottenuti sulla base delle variazioni naturali del clima, quindi senza nessuna influenza dell'attività umana sui cambiamenti climatici.
E' noto da tempo che il vulcanismo può drasticamente modificare il clima della Terra, spesso in modi catastrofici, Per esempio, l'estinzione di massa avvenuta alla fine del periodo Permiano potrebbe essere stata causata da continue eruzioni vulcaniche che hanno raffreddato il clima e avvelenato l'atmosfera e il mare.
Ma quasi nessuno pensava che i cambiamenti climatici potessero alimentare le eruzioni vulcaniche prima che Jegen e i suoi colleghi cominciassero a studiare la storia climatica del nostro pianeta. I ricercatori hanno preso in esame i sedimenti depositatisi nell'ultimo milione di anni al largo degli oceani del Sud e Centro America.
Periodicamente, modifiche dell'orbita terrestre, hanno portato ad un rapido riscaldamento del pianeta, con il conseguente scioglimento dei ghiacciai e un massiccio aumento del livello del mare. Il team ha scoperto che, dopo tali periodi, significativi strati di cenere vulcanica erano presenti nei sedimenti oceanici.
In alcune zone, come in Costa Rica, durante i periodi di scioglimento dei ghiacciaia, si è registrata un attività vulcanica 10 volte più intensa rispetto al normale. Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno usato un modello elaborato al computer e calcolato la pressione della massa d'acqua riversata negli oceani nei vari punti della crosta terrestre.
Il team ha scoperto che quando i ghiacciai si sciolgono, riducono la pressione dei continenti asciutti, mentre l'innalzamento dei livelli del mare fa aumentare la pressione sulla crosta terrestre che si trova sul fondo degli oceani. Nel modello al computer, al variazione di pressione sulla crosta terrestre sembra giustificare l'aumento dell'attività vulcanica su tutto il pianeta.
In generale, a generare l'aumento del vulcanismo, è la velocità del passaggio dallo stato solido a quello liquido dell'acqua, piuttosto che la quantità totale di liquido immesso negli oceani. Lo studio, però, non valuta l'impatto dell'attuale cambiamento climatico sulla frequenza delle eruzioni vulcaniche, anche se in teoria è possibile, ha detto al Jegen.
Anche se causato dall'uomo, il cambiamento climatico comunque influenza l'andamento climatico stesso, anche se l'effetto non è immediatamente riscontrabile. “Prevediamo un intervallo di tempo di circa 2500 anni”, spiega la Jegen. “Quindi, anche se il clima cambia, non dovrebbe succedere nulla per almeno i prossimi 1000 anni”.
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