L’attuale ciclo solare 24 si sta ormai rivelando il più debole degli ultimi 50 anni, sebbene fino a poco tempo fa le previsioni davano tutto il contrario, definendolo come il più intenso ciclo solare degli ultimi 400 anni.
Gli scienziati sembrano totalmente
disorientati dal comportamento del Sole, la verità è che la nostra Stella è una
continua “sorpresa” in questi ultimi tempi, sembra che qualcosa di
imprevedibile stia mutando all’interno del Sistema Solare. Molte persone
ritengono che parlare ancora oggi di un Pianeta X in fase di avvicinamento sia
diventato obsoleto, ma sembra che la NASA si stia sempre più aprendo a nuovi
concetti in merito allo “studio” di altri Corpi Spaziali nelle vicinanze.
Il nostro sistema planetario potrebbe trovarsi coinvolto in una singolare fase di “incrocio tra orbite” con un micro sistema stellare sconosciuto.
Ma andiamo con ordine
Nel 2012 le temperature hanno infranto il precedente record di “oltre 1 grado” negli Stati Uniti…e questa è un’enormità! Tutti gli stati hanno avuto temperature superiori alla media, soprattutto lungo la costa Nord Est, dove questi valori hanno contribuito ad alimentare le numerose catastrofi che si sono abbattute sugli USA (uragani Isaac e Sandy e i tornado nelle Great Polains, Texas e la valle dell'Ohio) provocando disastri che hanno raggiunto la soglia del miliardo di dollari di danni. Nel nostro paese molti giornali hanno sminuito quei dati, descrivendo una crescita delle temperature più bassa di quella realmente registrata.
La cosa più interessante è che proprio in questi giorni è stato pubblicato un rapporto dal National Research Council (NRC), riportato sul sito della NASA Science, dal titolo: “Gli effetti della variabilità solare sul clima della Terra,” un documento che espone diversi modi estremamente complessi con cui l’attività solare può influenzare il nostro pianeta.
Comprendere le possibili connessioni
tra il Sole e il clima terrestre richiede conoscenze specifiche nel settore della
fisica, l’attività solare, la chimica atmosferica e la dinamica dei fluidi, la
fisica delle particelle energetiche, e la storia geologica della Terra. Ma
siccome nessun singolo ricercatore scientifico dispone dell’intera gamma di
conoscenze necessaria per poter approfondire il problema, l’NRC ha dovuto
riunire numerosi esperti provenienti da tutto il mondo, fondendo gli studi in
un contesto multi-disciplinare.
Diversi ricercatori si sono
confrontati sulle modalità di influenza del Sole sul clima terrestre e gran
parte di questo seminario è stato dedicato alle interazioni con l’atmosfera e
gli oceani, sulla termodinamica o sulla fisica dei fluidi. Charles Jackman del Goddard Space Flight Center,
ha descritto come gli ossidi di azoto creati dalle particelle solari e i raggi
cosmici nella stratosfera, possano effettivamente ridurre i livelli di ozono di
una piccola percentuale. Isaac
Held del NOAA,
sostiene addirittura che la perdita di ozono nella stratosfera terrestre
potrebbe alterare la dinamica dell’atmosfera sottostante, lo scienziato si
lancia in una sorta di “ufficializzazione
rivoluzionaria” sullo studio dei fenomeni atmosferici estremi:
“L’attività
solare può, attraverso una serie complessa di influenze, spingere le tempeste
di superficie fuori rotta”.
Fino a “ieri” la maggior parte di scienziati, specie in Italia, riteneva che l’attività solare non potesse influenzare le tempeste, tantomeno spingerle fuori rotta. Dunque è forse in atto una apertura verso nuovi orizzonti?
La variabilità solare sta lasciando
un’impronta sul clima, soprattutto nel Pacifico. Gerald Meehl del Centro Nazionale per la Ricerca
Atmosferica (NCAR)
ne è convinto e ha presentato prove fondamentali che attestano che i segnali
del ciclo solare sono così forti in quella zona, che Meehl e i suoi colleghi
hanno cominciato a chiedersi se qualcosa nel sistema climatico del Pacifico
agisca per amplificarli.
L’immagine mostra come subentrano i raggi cosmici galattici e come i protoni solari penetrano nell’atmosfera terrestre |
Si è discusso molto anche del probabile collegamento tra il minimo di Maunder,
periodo in cui (dal 1645 al 1715 d.C. circa) il numero di macchie solari
divenne estremamente basso, e la parte più fredda della Piccola Era Glaciale,
in cui l’Europa e il Nord America furono sottoposti ad un periodo gelido.
Attraverso recenti studi condotti grazie ai dati di High Precision Parallax Collecting Satellite (Hipparcos, Satellite
per ottenere parallassi ad alta precisione), si è teorizzato che il Sole
potrebbe anche essere sulla soglia di un piccolo minimo di Maunder, sebbene la teoria di un possibile evento simile ad una
piccola “Era Glaciale” non sarebbe previsto almeno fino all’anno 2019. Tuttavia
l’attuale ciclo solare 24 si sta ormai
rivelando il più debole degli ultimi 50 anni, sebbene fino a poco tempo fa le
previsioni davano tutto il contrario, definendolo come il più intenso ciclo
solare degli ultimi 400 anni.
Quello che possiamo chiaramente
intuire è che c’è una sorta di confusione in tutto questo, gli scienziati
sembrano totalmente disorientati da diversi anni, la verità è che la nostra
Stella è una continua “sorpresa” in questi ultimi tempi. Matt Penn e William Livingston
del National Solar
Observatory prevedono infatti che il ciclo solare 25 (il
prossimo) sarà caratterizzato da un’assenza totale di macchie solari; “se davvero il Sole sta entrando in
una fase sconosciuta del ciclo solare, allora dobbiamo raddoppiare i nostri
sforzi per comprendere i collegamenti tra attività solare e clima“,
osserva Lika
Guhathakurta della NASA.
Hal Maring,
climatologo presso la sede della NASA, ha affermato che sono state prese in
seria considerazione tante possibilità interessanti.
Tra
queste non mancano le idee in merito allo studio di “altri corpi”
dell’Universo.
Negli ultimi anni, i ricercatori
hanno “finalmente” preso in considerazione la possibilità che il Sole svolga un
ruolo fondamentale nel riscaldamento globale. Ma la cosa più interessante è che
gli scienziati si stanno decisamente aprendo a possibili “eventi” provenienti
dall’esterno, a nuovi concetti in merito allo “studio” di altri Corpi Spaziali,
i quali potrebbero perturbare le regolarità climatico/ambientali cicliche dei
pianeti all’interno del nostro sistema planetario, Sole compreso. A questo
punto è lecito domandarsi: siamo certi che il Sole non venga influenzato da
“qualcosa nei pressi” del Sistema Solare?
La
Terra stessa potrebbe essere già sotto l’influenza di una “nuova energia” che
si è aggiunta a quella del Sole e che sembra aumentare nel corso degli anni. Un
flusso che sprigiona radiazione elettromagnetica, vento solare e neutrini, sono
tutti elementi che possono appartenere solo ad una stella nelle vicinanze…una “nana bruna”. Il 15 Dicembre 2012, il NOAA/SWPC ha registrato un’impennata
furiosa di particelle protoniche presenti nella nostra atmosfera in un momento
in cui il Sole, da giorni, non mostrava alcun tipo di eruzione o brillamento
tale da provocarne un rialzo così anomalo. Si trattava forse di un forte vento
solare provenire da un’altra fonte stellare?
Flusso protoni, periodo 13/15 Dicembre 2012 (NOAA/SWPC) |
Se questo flusso energetico sta davvero colpendo la Terra, sommato a quello del Sole, potrebbe spiegare i motivi dell’inarrestabile global warming, specie in un momento come questo in cui il nostro Sole pare aver “deciso” di entrare in una fase di “letargo”, senza quindi dare inizio a quel picco solare devastante che tutti gli scienziati si aspettavano. Ma sarà proprio così?
Ci sono troppe incertezze tra gli
scienziati, o semplicemente sono già a conoscenza di ciò che sta accadendo, ma
dichiarano (come solito fare) solamente quello che gli è consentito divulgare.
Sembra che qualcosa di imprevedibile stia mutando all’interno del Sistema
Solare.
Molte persone ritengono che parlare ancora oggi di un Pianeta X in fase di avvicinamento sia diventato obsoleto, in realtà proprio la presenza di uno o più corpi spaziali “nelle vicinanze” del nostro sistema planetario spiegherebbe le problematiche dello scenario preoccupante che ci circonda e che sta visibilmente mutando. Le galassie si “scontrano” tra loro e possono compenetrarsi del tutto o in parte. La fase di “collisione” produce una deformazione delle galassie coinvolte, le quali possono “rubarsi” gli elementi come i gas, ma anche le stelle.
Il nostro Sistema Solare potrebbe
trovarsi coinvolto in una singolare fase di “incrocio tra orbite” con un micro
sistema stellare sconosciuto, questo darebbe un vero senso a tutte quante le
anomalie in atto, e spiegherebbe anche la dilagante presenza extraterrestre che
aumenta evolvendosi attorno a noi e al Sole. Una nana bruna coi propri pianeti
orbitanti potrebbe davvero rappresentare la più completa e la più logica delle
risposte.
Scritto da Dan Keying
Per Segnidalcielo.it
Fonti di riferimento:
http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/08jan_sunclimate/
http://www.ncdc.noaa.gov/news/ncdc-announces-warmest-year-record-contiguous-us
http://www.swpc.noaa.gov/
http://www.ncdc.noaa.gov/sotc/national/
Articolo riproducibile citando autore e fonte
http://www.segnidalcielo.it/2013/01/13/scienziati-nasa-disorientati-dal-comportamento-insolito-del-sole-nuova-stella-sta-forse-rivoluzionando-le-loro-teorie/
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