Gli astronomi la chiamano C/2013 A1. È l’ennesima cometa in avvicinamento al nostro sistema solare, in questo anno che si annuncia da record. A scoprirla ufficialmente è stato il famoso “cacciatore” di corpi cometari Robert McNaught lo scorso 3 gennaio. In realtà, però, si è trattata della conferma di quanto aveva già intuito il telescopio Catalina Sky Survay, in Arizona, alla fine del 2012.
Mentre già altre comete si apprestano a dare spettacolo (da PanSTARRS, prevista per Pasqua, ad Ison, attesa durante le festività natalizie), C/2013 A1- detta anche Siding Spring, dal nome dell’osservatorio australiano presso il quale è avvenuto l’avvistamento- si avvicinerà pericolosamente al cielo marziano. Forse tanto da rischiare l’impatto...
Infatti, dai primi calcoli, nell’ ottobre del 2014 questa cometa potrebbe intersecare l’orbita di Marte a 0,0007 UA- pari a circa 100mila Km. Una distanza di sicurezza, se non fosse che questo tipo di corpi astrali non hanno sempre traiettorie facilmente prevedibili. Nel corso del suo viaggio è dunque possibile tanto che Siding Spring si allontani sensibilmente, quanto che al contrario si avvicini ancora di più, fino al punto di entrare addirittura in collisione col Pianeta Rosso.
Inoltre, essa possiede un’orbita retrograda- ovvero procede in senso orario, esattamente l’opposto rispetto al movimento di tutti i pianeti del nostro sistema solare. Avendo una velocità stimata di 56 km/secondo, un eventuale schianto sulla faccia di Marte provocherebbe un cratere grande 10 volte il suo nucleo- apparentemente di 50 chilometri. L’energia scatenata dall’impatto sarebbe pari a 20 miliardi di megatoni… Davvero impressionante. Insomma, sarebbe un evento memorabile da osservare, anche per Curiosity- ammesso che il robottino della Nasa sia in zona e ancora in grado di effettuare le riprese dell’incontro super-ravvicinato.
Ma al di là dell’interesse scientifico, l’approssimarsi di Siding Spring suscita pure qualche perplessità e più di un interrogativo tra gli addetti ai lavori. Perchè si tratta dell’ennesimo corpo in avvicinamento dalla Nube di Oort, una sorta di nuvola sferica di ghiaccio e detriti (residuo dell’originale materiale che ha dato forma al Sole e ai pianeti) che si estende ai confini estremi del nostro sistema solare, ritenuto il serbatoio delle comete. Ma ultimamente ne stanno arrivando più del normale.
LA COMETA ISON, FOTOGRAFATA DALL’ASTRONOMO BELGA DIEPVENS |
PanSTARRS si sta muovendo dalla Costellazione della Libra, con un’orbita molto inclinata ed iperbolica. La vedremo presto senza bisogno di telescopi nei nostri cieli.Ison, la supercometa che apparirà più luminosa della Luna dal prossimo dicembre, proviene dal quadrante del Cancro. Ne abbiamo parlato diffusamente in un precedente articolo, anche per i misteri che la circondano. A partire dalle suedimensioni: la Nasa non le ha ancora comunicate, cosa che sta facendo insospettire astrofili e ricercatori alternativi.
Nei giorni scorsi è stata fotografata dall’astronomo belga Alfons Diepvens. Elaborando quella immagine, in realtà non particolarmente nitida e precisa, c’è chi ha ipotizzato un nucleo dal diametro di addirittura 2300 km. Sarebbe necessaria un’immagine radar dell’oggetto celeste per stimarne con esattezza la grandezza- comunque probabilmente superiore ai 200 chilometri. È praticamente impossibile che il telescopio spaziale Hubble non l’abbia ancora fotografata, ma i dati non sono stati resi noti. Un silenzio (o una censura?) da parte della Nasa che un po’ preoccupa.
Siding Spring, l’ultima novità, diventerà invece visibile dall’ottobre del 2014. Anch’essa arriva da una zona prossima alla Libra, ovvero dalla Costellazione dell’Ofiuco (il Serpentario). È la terza cometa in pochi mesi, dunque. Senza contare gliasteroidi- uno che ci ha sfiorato, l’altro che, del tutto inatteso, nello stesso giorno è esploso sopra la Russia… Ma perchè proprio adesso e tutti insieme? La teoria che incomincia a circolare tra i siti non ufficiali non è delle più gradevoli.
A spingere questi corpi sarebbe un oggetto celeste dall’enorme massa che nel suo movimento attraverso la Nube di Oort destabilizza le orbite di ciò che incontra sul suo cammino, allontanandolo da sè e quindi fiondandolo verso il centro del sistema solare. Questo perturbatore sarebbe Nemesis, la stella gemella “spenta” del nostro Sole. E non è una fantasia da romanzieri, visto che nel 2010 a sostenere l’esistenza di un sistema binario originale poi abortito sono stati due astronomi, John Matese e Daniel Whitmire, con un articolo pubblicato dalla rivista scientifica “Icarus”.
UNA RAFFIGURAZIONE DI NEMESIS, MANCATA STELLA GEMELLA DEL SOLE |
Il secondo sole mancato si troverebbe ad 1 Anno Luce da noi e sarebbe grande almeno4 volte Giove. Enorme, ma non abbastanza per diventare una stella: al di sotto della massa minima di una nana bruna è impossibile che si inneschi la fusione del deuterio. Il compagno del Sole sarebbe dunque un proto-pianeta spaventosamente gigantesco, ospite ignoto del nostro sistema solare fin dalle origini e responsabile delle perturbazioni all’interno delle Nube di Oort. Dove si trova e da dove si starebbe muovendo…
di Sabrina Pieragostini
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