Nel primo pomeriggio di oggi, 20 Giugno 2011, Federico, seguendo le indicazioni presenti nella suddetta e-mail, ha facilmente scorto il nuovo cerchio nel grano di Poirino (TO).
Mi telefona dall’interno della formazione, è titubante se entrare o meno, non vuole rovinare l’opera; scorge poi le tramlines (seppur semicoperte, a bordo strada, da piante di grano allettate dal maltempo dei giorni scorsi) e le percorre, inoltrandosi così in una figura che non c’è dubbio alcuno si tratti di un agroglifo.
La parte
centrale è descritta come contenente una figura che apparirebbe essere
un fiore, poi si corregge, una stella; attorno come dei petali.
Esternamente a tutto un grande anello.
Mi dice di non notare alcun segno di passaggio e che non c’è nessuno nella zona e nel campo; è molto probabile che Federico è il primo ad entrare in questa formazione.
Mi dice di non notare alcun segno di passaggio e che non c’è nessuno nella zona e nel campo; è molto probabile che Federico è il primo ad entrare in questa formazione.
Mi racconta come ogni petalo è totalmente costellato, sul bordo esterno, da tanti, piccoli anelli. Commento: “Come un merletto?” – “Sì, come un merletto, esatto” è la risposta.
“Quanto ti sembra grande Federico?” Risposta: “E’ grande, ma non grandissimo, forse 40 metri ma non sono sicuro”.
Mi dice che il campo è in pendenza; si inerpica verso la parte più alta e da lì ha una visione più chiara del disegno ed adesso è certo: si tratta di un fiore a sette petali con dentro una stella a sette punte, il tutto iscritto in un grande anello. Esclamo: “La stella a sette punte. E’ un eptagramma. Federico, da che mi ricordi è la prima volta che compare in zona un eptagramma. Simbolo dal grande fascino”.
Federico ha con sé solo il cellulare, mi dice che proverà a scattare qualche foto anche se teme che il risultato potrebbe non essere come verrebbe che fosse, sia in termini di qualità d’immagine che di luce (il sole è ancora piuttosto alto ed è una bella e soleggiata giornata). Tornato a casa mi invierà il tutto mentre io (che sono al mare) raccolgo asciugamano e crema solare e mi dirigo verso casa per scrivere questo aggiornamento.
E mentre vi sto scrivendo vi annuncio che il buon Peron non solo ha inviato le foto (di cui non era soddisfatto) ma, presa la sua macchinetta fotografica digitale, è ritornato sul posto e ha fatto nuovi scatti che, man mano, io aggiungerò a questo pezzo.
Mi pare non ho, anzi, abbiamo, io e Federico, altro da aggiungere per il momento, in attesa di scatti dall’alto che ci “parlino” con totale chiarezza.
Prima foto scattata con un cellulare:
E come promesso ecco i successivi scatti di Federico
In evidenza la cascina che era indicata nella e-mail, sulla strada vecchia di Riva presso Chieri subito oltre il cavalcavia di Madonna della Rovere.
Un petalo: particolare dei piccoli gruppi di spighe lasciati volutamente sollevati e che, visti dall’alto, dovrebbero apparire come cerchi che costellano i petali; nei vari petali sono in numero e dimensione differente.
Visione dalla parte più alta del declivio: in evidenza la stella centrale.
Uno dei sette segmenti che si dipartono dal punto di congiunzione tra un petalo e l’altro. E’ composto da cerchi e anelli (a dimensione a degradare; la tipologia delle figure è differente per ciascun segmento, nell’alternarsi di cerchi e anelli).
Una delle sette punte della stella vista dal cerchio centrale.
La Torino-Piacenza con il suo tran tran di auto. Si accorgeranno, gli autisti, di costeggiare un “segno celeste”?
Autore: Margherita Campaniolo
Inviato sul campo: Federico Peron
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